L’Intelligenza Artificiale al servizio dell’archeologia: individuazione di siti nascosti e scoperta di mondi perduti

L’Intelligenza Artificiale rivoluziona il mondo dell’archeologia: ora gli archeologi possono contare sull’AI per individuare siti nascosti e scoprire mondi perduti.

Gli scienziati hanno sviluppato un algoritmo di apprendimento automatico che utilizza immagini satellitari per individuare siti archeologici mesopotamici. Il programma ha imparato a riconoscere le forme e i modelli di questi siti a partire da circa 5.000 immagini satellitari di siti archeologici noti, ma la quantità di dati non era sufficiente per addestrare un modello di intelligenza artificiale all’avanguardia.

Per ovviare a questo problema, i ricercatori hanno introdotto una nuova forma di cooperazione tra l’AI e gli esseri umani. Gli archeologi esperti hanno lavorato con il programma per raffinare i dati di addestramento e valutare l’output. Questa collaborazione ha portato alla creazione di un modello in grado di individuare i siti mesopotamici con una precisione dell’80%.

L’archeologia e la tecnologia si fondono sempre di più per svelare i segreti del passato. In Australia, un gruppo di scienziati ha utilizzato l’Intelligenza Artificiale per studiare l’arte rupestre aborigena, la forma d’arte umana più antica al mondo.

Attraverso l’analisi di immagini aeree e satellitari, gli archeologi hanno individuato e documentato migliaia di siti di arte rupestre in tutto il paese, che testimoniano la presenza degli aborigeni australiani per oltre 60.000 anni. Tuttavia, la mole di dati e informazioni raccolte rende difficile l’analisi e la comprensione di questi antichi dipinti.

Ecco perché gli scienziati dell’Università di Melbourne hanno sviluppato un algoritmo di Intelligenza Artificiale in grado di analizzare le immagini e identificare i vari elementi delle pitture, tra cui animali, persone e oggetti. L’algoritmo utilizza un approccio di apprendimento automatico, attraverso cui l’Intelligenza Artificiale “apprende” a riconoscere gli elementi presenti nelle immagini e a classificarli in modo preciso.

Questo approccio permette di accelerare notevolmente l’analisi e l’interpretazione dei dipinti rupestri aborigeni, offrendo ai ricercatori un’importante chiave di lettura per comprendere meglio la cultura e le tradizioni degli antichi aborigeni australiani.

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nella ricerca archeologica può essere esteso anche ad altre aree geografiche del mondo, aprendo nuove strade per la comprensione del passato umano.

L’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in ambito archeologico rappresenta un passo avanti nella digitalizzazione dei dati e delle informazioni riguardanti il patrimonio culturale dell’umanità, garantendone la conservazione e la fruizione a lungo termine.

L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando anche l’archeologia, aprendo nuove possibilità di ricerca e di scoperta nel campo della storia e della cultura umana.

Ma l’AI non aiuta solo a individuare siti archeologici nascosti. Come riportato da Arkeonews, i ricercatori turchi hanno utilizzato un algoritmo di apprendimento automatico per decodificare e tradurre l’antica lingua ittita dalle fotografie delle tavolette ittite. Il programma ha raggiunto una precisione superiore al 75% nella decodifica della lingua antica, aprendo nuove possibilità per la comprensione del passato.

Inoltre, la tecnologia AI-archeologia sta prendendo piede in altri progetti, come RePAIR, un programma che utilizza l’intelligenza artificiale e la robotica per ricostruire antiche opere d’arte, affreschi e ceramiche in frantumi.

L’AI sta cambiando radicalmente la modalità di lavoro degli archeologi, offrendo una nuova forma di collaborazione tra umani e macchine. L’archeologia del futuro sarà caratterizzata da un flusso di lavoro migliorato, in cui l’AI collabora con gli archeologi per individuare siti nascosti, decodificare lingue antiche e ricostruire opere d’arte antiche. La tecnologia futuristica ci aiuta a scoprire il passato e a preservarlo per le generazioni future.

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Foto di Walkerssk da Pixabay 

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