OpenAI, l’azienda dietro il famoso chatbot ChatGPT, è al centro di un’accesa polemica riguardante la gestione delle informazioni personali nell’Unione Europea. Secondo il GDPR, le informazioni personali devono essere accurate e gli individui devono avere accesso completo ai dati che le aziende conservano su di loro, incluso sapere da dove provengono queste informazioni. Tuttavia, OpenAI ha apertamente ammesso di non poter correggere le informazioni errate generate da ChatGPT e di non poter specificare la fonte dei dati.
Questa mancanza di trasparenza e accuratezza è preoccupante, specialmente considerando l’uso diffuso di ChatGPT da parte del pubblico. OpenAI sostiene che la precisione dei fatti nei modelli di linguaggio è ancora un’area di ricerca attiva, ma questo argomento non è sufficiente a soddisfare le norme del GDPR. La situazione è diventata talmente critica che noyb, un’organizzazione per i diritti digitali, ha presentato un reclamo contro OpenAI all’autorità austriaca per la protezione dei dati.
Il reclamo di noyb si basa sul fatto che OpenAI non ha rispettato i diritti degli individui garantiti dal GDPR, in particolare il diritto di rettifica e di accesso ai dati personali. La situazione è stata illustrata con un esempio pratico: ChatGPT forniva informazioni errate sulla data di nascita di una persona, e OpenAI si è rifiutata di correggere o eliminare i dati falsi. Inoltre, OpenAI non ha risposto adeguatamente alla richiesta di accesso alle informazioni, che secondo il GDPR dovrebbe fornire dettagli su quali dati vengono conservati e quali sono le loro fonti.
noyb ha chiesto all’autorità austriaca di indagare sulle pratiche di OpenAI e di ordinare all’azienda di rispettare il GDPR, compreso il diritto di accesso e rettifica. Inoltre, noyb ha richiesto una multa per garantire il rispetto futuro delle norme sulla protezione dei dati.
______
ChatGPT provides false information about people, and OpenAI can’t correct it