In un’intervista a Decoder (The Verge), Oliver Kharraz, CEO di Zocdoc, ha delineato il futuro della ricerca sanitaria online: dall’era del “Dottor Google” a quella del “Dottor AI”. L’intelligenza artificiale, secondo Kharraz, semplificherà prenotazioni e triage di base, ma non potrà sostituire il giudizio clinico dei medici.
La svolta di Zocdoc
Zocdoc, piattaforma americana che facilita la prenotazione di visite mediche, ha introdotto Zo, un assistente vocale attivo 24/7 capace di rispondere alle chiamate, fissare appuntamenti e sincronizzarsi con i calendari dei medici e gli EHR (Electronic Health Records). Grazie a partnership con payer come Blue Shield of California, l’azienda sta assumendo il ruolo di “middleware” sanitario, pronto a integrarsi con agenti IA emergenti.
Agenti intelligenti ma non medici
Kharraz ha sottolineato che gli agenti IA non disintermedieranno piattaforme con integrazioni profonde nei sistemi clinici. L’orchestrazione ibrida usata da Zocdoc (“deterministica + LLM”) consente di riconoscere i casi da passare all’operatore umano, evitando qualsiasi consiglio medico automatizzato. La telemedicina resta centrale per la salute mentale, mentre la maggior parte delle visite fisiche continua a svolgersi in presenza.
Etica e regolamentazione
Le linee guida internazionali fissano i limiti:
- OMS (Guidance on Large Medical Models) richiama alla trasparenza e alla supervisione clinica.
- HHS/OCR (HIPAA Security Rule) rafforza la protezione dei dati sanitari.
- AMA (American Medical Association) promuove accountability, tracciabilità decisionale e canali di “human override”.
Per l’utente finale, la chiarezza è essenziale: l’IA può prenotare una visita, non diagnosticare. Una distinzione netta che riduce i rischi di uso improprio e tutela la fiducia nel sistema sanitario.
Approfondimento e cronologia
- OMS – Guidance on LMM per la salute digitale (2023)
- HHS/OCR – HIPAA Security Rule
- AMA – Toolkit AI in Sanità (2024)
- The Verge – Intervista a Oliver Kharraz (2025)
Consigli di approfondimento:
Abstract
Il passaggio dal “Dottor Google” al “Dottor AI” segna un’evoluzione inevitabile nella sanità digitale. Pro: semplificazione dell’accesso alle cure, efficienza operativa, supporto al triage di base. Rischi: confusione sull’uso clinico, vulnerabilità dei dati, dipendenza da sistemi opachi. Le conseguenze future riguarderanno l’equilibrio tra automazione e supervisione medica: l’IA sarà utile solo se rimarrà strumento ausiliario, non sostitutivo.







