Condividiamo volentieri questo articolo dai contenuti preziosi. Alex Dell’Era e’ Corporate Communication and Public Affairs di Canon Medical, da sempre attento al tema della umanizzazione della tecnologia in sanita’.
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Calcolatrici, lavastoviglie, software clinici: davvero tutto questo è “intelligenza” artificiale? Se continuiamo a chiamare AI ciò che non lo è, finiremo per amplificare “allucinazioni” invece che costruire progresso. La sanità potrebbe essere il banco di prova dove non possiamo permetterci di sbagliare
Co-coordinatore, Gruppo Scienze della vita – FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) Adjunct Professor – DiTEiM Department, CUIRIF (Centro Universitario Internazionale per la Ricerca sull’Innovazione e la Formazione)
intelligenza artificiale in sanità rappresenta una delle frontiere più promettenti e controverse dell’innovazione tecnologica. Eppure, dietro l’entusiasmo e le aspettative si nasconde un problema di fondo: non tutto ciò che viene etichettato come AI lo è davvero. Questa confusione terminologica non è solo una questione accademica, ma ha conseguenze concrete sulle scelte cliniche, normative ed economiche.
Nel settore sanitario, dove ogni decisione impatta sulla salute pubblica, distinguere tra vera intelligenza artificiale e semplici automatismi diventa cruciale. La sfida consiste nel riportare la logica umana al centro della trasformazione digitale.
Indice degli argomenti
- Il paradosso della definizione europea di intelligenza artificiale
- Le conseguenze di un linguaggio impreciso
- Medici e algoritmi: il bivio della responsabilità diagnostica
- I limiti degli approcci attuali all’innovazione tecnologica
- “Umanologico”: un paradigma per l’innovazione centrata sulla persona
- Interdisciplinarità e dialogo: la via per una tecnologia al servizio dell’uomo
Il paradosso della definizione europea di intelligenza artificiale
Nella definizione europea di intelligenza artificiale si cela un paradosso che merita attenzione. I criteri contenuti nell’AI Act sono così ampi che persino una calcolatrice di vecchia generazione – e perché no, anche una banale lavastoviglie – potrebbero essere classificate come sistemi di intelligenza artificiale. Ancora più preoccupante è che alcuni software di supporto alla diagnosi rischiano di essere etichettati come “intelligenza artificiale” quando in realtà non lo sono.







