Il progresso tecnologico e l’evoluzione dell’intelligenza artificiale stanno cambiando il modo in cui viviamo e lavoriamo, e ora sembrano essere arrivati anche nella chiesa millenaria di Domos, in Ungheria. Il parroco Viktor Csanadi ha deciso di affidarsi all’AI per la sua predica domenicale, chiedendo a ChatGPT di scrivere l’omelia.
Il risultato è stato “spaventoso e affascinante”, ha dichiarato il sacerdote, che ha poi letto il testo prodotto dal computer ai suoi fedeli. Il contenuto dell’omelia sottolineava l’idea che chiunque possa essere un intermediario del messaggio di Dio, ma il sacerdote ha anche affermato di non essere certo che l’intelligenza artificiale possa sostituire il lavoro dei preti in futuro.
I fedeli non hanno notato nulla di insolito nella predica, pregando con devozione e ascoltando le parole del ChatGPT. Tuttavia, alcuni hanno espresso dubbi sulla scelta del sacerdote, sottolineando che le parole dell’AI non differivano molto da quelle di altre prediche, spesso piene di parole vuote e superficiali.
L’esperimento del parroco ungherese solleva alcune questioni interessanti sul futuro della religione e della tecnologia. L’intelligenza artificiale potrebbe diventare un sostituto dei preti nella trasmissione del messaggio divino? È possibile che in futuro gli algoritmi sostituiscano completamente l’essenza della fede e della religione?
Sicuramente, come ogni nuova tecnologia, l’intelligenza artificiale porterà a cambiamenti significativi nella società e nella cultura, e il suo impatto sulla religione è ancora tutto da vedere. Tuttavia, l’esperimento di Viktor Csanadi dimostra che l’AI può essere utilizzata anche in contesti tradizionali e conservatori come la chiesa, aprendo nuove strade per la diffusione del messaggio di Dio.
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