La decisione del Garante Privacy italiano di bloccare la piattaforma di intelligenza artificiale ChatGpt continua a far discutere. Il ministro tedesco per il digitale Volker Wissing si è recentemente pronunciato sulla questione, criticando il provvedimento e sostenendo la necessità di una regolamentazione comune a livello europeo per l’utilizzo dell’AI.
Secondo Wissing, il blocco di ChatGpt in Italia rischia di penalizzare lo sviluppo di questa tecnologia in Europa, spingendo i Paesi del continente a rivolgersi a soluzioni cinesi o americane. Il ministro ha quindi auspicato la creazione di un quadro giuridico che garantisca l’utilizzo dell’AI solo nel rispetto dei valori europei di democrazia, trasparenza e neutralità, al fine di evitare la manipolazione dei sistemi di intelligenza artificiale.
La posizione del ministro tedesco ha suscitato reazioni contrastanti. Il presidente dell’agenzia per l’innovazione digitale italiana, Luca Stanzione, ha difeso la decisione di bloccare ChatGpt, sostenendo che questa rappresenti una terza via fra l’approccio americano, che privilegia la libera diffusione dell’AI, e quello cinese, che tende a utilizzare la tecnologia per il controllo sociale.
Intanto, il dibattito sull’intelligenza artificiale continua a montare. Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha chiesto la creazione di linee guida per l’utilizzo dell’AI “vicine ai valori umani”, mentre Elon Musk si prepara a lanciare la sua piattaforma di intelligenza artificiale, TruthGpt, che punta a sfidare Microsoft nel campo dell’AI.
In questo scenario di dibattito e confronto, appare sempre più urgente la necessità di una regolamentazione comune a livello europeo per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, al fine di garantire lo sviluppo di questa tecnologia nel rispetto dei valori democratici e della dignità umana.
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“ChatGpt, la Germania punta il dito contro l’Italia“