Il GPT Store di OpenAI, inizialmente concepito come un mercato curato di strumenti AI potenti, è ora travolto da una crescente presenza di spam e controversie legali.
TechCrunch ha scoperto che il negozio è infestato da GPT bizzarri che potrebbero violare il copyright e promuovere la disonestà accademica.
OpenAI utilizza un mix di revisione umana e automatizzata per moderare il negozio, ma sembra che ci siano lacune nel processo di verifica dei contenuti.
GPT che simulano conversazioni con personaggi famosi, promuovono prodotti di terze parti e tentano persino di aggirare le politiche di sicurezza di OpenAI sono diventati comuni nel negozio.
Ci sono preoccupazioni riguardo alle implicazioni legali di questa situazione, con GPT che potrebbero violare il copyright e promuovere comportamenti disonesti.
OpenAI sembra aver affrontato solo marginalmente queste preoccupazioni, il che solleva dubbi sulla sua capacità di gestire efficacemente il GPT Store in modo sicuro e conforme alle normative. Se non affrontate, queste problematiche potrebbero minare la reputazione e la credibilità di OpenAI, oltre a compromettere il futuro monetario del GPT Store.