Il robot umanoide G1 di Unitree Robotics ha compiuto un’impresa storica: è il primo robot al mondo ad aver eseguito un kip-up, il movimento acrobatico che consente di passare dalla schiena alla posizione eretta con un solo slancio. Il video, pubblicato il 21 marzo 2025 sul canale ufficiale YouTube dell’azienda (oltre 9,8 milioni di visualizzazioni), mostra l’agilità e il controllo motorio del G1, segnando un progresso decisivo nello sviluppo dell’intelligenza incarnata.
Il G1 è progettato per simulare il movimento umano e apprendere attraverso l’interazione fisica con l’ambiente. L’obiettivo, secondo i ricercatori, è costruire robot capaci non solo di replicare gesti complessi, ma di evolversi in ambienti dinamici grazie a sensori, attuatori e algoritmi di apprendimento. “Il movimento genera intelligenza”, recita il motto di Unitree, che sintetizza l’approccio embodied AI alla base del progetto.
Questo traguardo ha implicazioni significative per l’assistenza personale, l’industria manifatturiera e la robotica educativa. Tuttavia, restano aperti interrogativi etici sulla sicurezza, l’autonomia decisionale dei robot e il loro impatto sul lavoro umano.
🔍 Cronologia e approfondimento
- Unitree Robotics è un’azienda cinese specializzata in robotica dinamica e accessibile. Dal 2020 ha lanciato modelli quadrupedi e umanoidi. Sito ufficiale
- Sviluppi simili sono stati registrati anche da Boston Dynamics e Tesla Optimus.
- Approccio embodied AI: approfondimento da Stanford link
📌 Consigli di approfondimento
- Il futuro dell’intelligenza incarnata secondo DeepMind (2025)
- Robot umanoidi: verso una società condivisa? – UNESCO
📄 Abstract – Pro e rischi
Pro:
- Potenziamento della robotica con movimenti umani realistici
- Applicazioni nei settori assistenziale, educativo e industriale
- Stimolo all’innovazione nell’intelligenza incarnata
Rischi:
- Preoccupazioni su autonomia e sicurezza dei robot
- Rischio sostituzione lavorativa in settori manuali
- Necessità urgente di regolamentazione etica
L’evoluzione dei robot umanoidi come il G1 ridefinisce i confini tra tecnologia e biologia, aprendo scenari che richiedono una governance inclusiva e responsabile.
