Lo Yuan legislativo di Taiwan ha approvato un emendamento alla legge sull’innovazione industriale per includere crediti d’imposta destinati agli investimenti in intelligenza artificiale (IA) e tecnologie per la riduzione delle emissioni di carbonio. La misura, entrata in vigore il 18 aprile 2025, innalza il tetto massimo annuale dei crediti d’imposta da 1 a 2 miliardi di dollari taiwanesi (circa 61 milioni di euro), con validità fino al 31 dicembre 2029.
Prima della modifica, i benefici fiscali erano riservati a investimenti in macchine intelligenti, tecnologia 5G, sicurezza informatica e software avanzati. Ora, anche startup innovative fondate da privati con investimenti superiori a 500.000 NT$ potranno accedere agli incentivi. Inoltre, la detrazione massima per chi investe in settori chiave sale da 3 a 5 milioni di NT$.
La nuova normativa introduce, tuttavia, restrizioni per proteggere le tecnologie strategiche nazionali. Le imprese intenzionate a investire all’estero in determinati paesi (tra cui Iran e Iraq) o in settori sensibili (come la tecnologia satellitare o post-quantistica) dovranno ottenere un’autorizzazione governativa preventiva. In caso contrario, si rischiano sanzioni fino a 10 milioni di NT$.
Secondo il Ministero degli Affari Economici, la misura mira a rafforzare la competitività di Taiwan in settori ad alta intensità tecnologica e a incentivare la transizione verso un’economia digitale e sostenibile.
Approfondimento: cronologia dei fatti collegati
• Legge sull’innovazione industriale di Taiwan (MOEA)
• Piano nazionale per la neutralità carbonica al 2050
• Politiche per lo sviluppo dell’IA a Taiwan
Consigli di approfondimento
• L’espansione dell’IA in Asia – OECD Report
• Incentivi fiscali e sviluppo tecnologico – World Bank
Abstract: Pro e rischi etico-sociali
L’incentivo fiscale favorisce la crescita tecnologica e l’attrattività per startup e investitori, accelerando l’adozione dell’IA in settori strategici. Tuttavia, introduce rischi di concentrazione industriale, protezionismo tecnologico e sorveglianza preventiva degli investimenti esteri, con possibili tensioni commerciali. Il bilanciamento tra innovazione e sovranità richiederà trasparenza normativa e una governance partecipata.
