Secondo il nuovo AI Readiness Index 2025 di Cisco, la trasformazione guidata dall’intelligenza artificiale procede più veloce delle fondamenta che dovrebbero sostenerla. Su oltre ottomila imprese analizzate in 30 paesi, solo il 13% risulta davvero preparato, con infrastrutture solide, governance dei dati e strategie a lungo termine. La maggior parte delle aziende, invece, sperimenta senza consolidare, accumulando quello che Cisco definisce “debito infrastrutturale dell’AI”.
Il quadro globale
Il report evidenzia come appena un’impresa su tre possieda infrastrutture scalabili e solo il 32% misuri in modo sistematico i risultati. Molti progetti restano confinati nella fase pilota. I cosiddetti Pacesetters, invece, hanno strategie chiare, fondi dedicati e sicurezza integrata nei processi: il 90% di loro registra già crescita di produttività e profitti, con ritorni sull’investimento fino al 100%.
L’ambizione più veloce della realtà
L’83% delle aziende intende adottare agenti intelligenti entro un anno, ma solo il 15% dispone di reti flessibili per sostenerli. Il 62% prevede un incremento dei carichi di lavoro superiore al 30% nei prossimi tre anni, senza però avere capacità di calcolo adeguate. Il rischio è un rallentamento strutturale dell’innovazione.
Il caso italiano e l’AI Act
In Italia la situazione è ancora più complessa. Secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, il 51% delle imprese fatica a interpretare il quadro normativo, mentre solo il 6% si considera conforme all’AI Act europeo. Molte PMI restano sospese tra sperimentazioni e difficoltà di adeguamento, senza strategie di governance dei dati.
Il Paese dispone di centri di ricerca e startup promettenti, ma senza una visione di sistema che colleghi imprese, istituzioni e università rischia di rimanere frammentato in progetti locali, incapaci di generare un impatto strutturale.
Approfondimento cronologico
- 2021 – La Commissione UE presenta la proposta di regolamento sull’intelligenza artificiale (AI Act).
- 2023-2024 – Prime sperimentazioni industriali su larga scala con AI generativa.
- Aprile 2025 – Approvazione definitiva dell’AI Act da parte del Parlamento europeo.
- Ottobre 2025 – Cisco pubblica l’AI Readiness Index 2025: solo il 13% delle aziende globali è “pronto”.
Fonti:
- Cisco AI Readiness Index 2025
- Politecnico di Milano – Osservatorio AI
- Commissione Europea – AI Act
Consigli di approfondimento
- OECD – Artificial Intelligence Policy Observatory
- Nazioni Unite – AI for Good
- ENISA – AI Cybersecurity Challenges
Abstract
Il potenziale dell’AI è enorme, ma senza basi solide rischia di trasformarsi in una zavorra. I benefici – produttività, innovazione, competitività – sono evidenti per i Pacesetters. I rischi – debito infrastrutturale, vulnerabilità, esclusione delle PMI – pongono sfide etiche e sociali rilevanti. Le conseguenze future dipenderanno dalla capacità di costruire governance, sicurezza e inclusione, evitando che l’AI diventi un privilegio di pochi e non un bene condiviso.







