Lanciato il 9 aprile 2025, il Piano d’azione per l’intelligenza artificiale continentale dell’UE rappresenta un investimento strategico da 200 miliardi di euro volto a posizionare l’Europa come leader globale nel settore. Il piano si articola su cinque pilastri: infrastrutture, dati, adozione, competenze e normativa, in continuità con la legge UE sull’IA approvata nel 2024.
Tra gli obiettivi chiave: la sovranità tecnologica, la riduzione della dipendenza da infrastrutture estere, lo sviluppo sostenibile e la promozione di un’intelligenza artificiale affidabile ed etica. L’UE punta a colmare il divario con Stati Uniti e Cina attraverso l’espansione di data center e supercomputer, la creazione di gigafactory e una rete integrata per la condivisione di dati.
Il piano prevede la creazione di 13 fabbriche di IA, una strategia Apply AI per l’adozione settoriale e una AI Skills Academy per attrarre e formare talenti. Cruciale anche la chiarezza normativa: l’AI Act sarà accompagnato da un servizio di supporto dedicato per le PMI.
Le sfide non mancano: applicazione disomogenea delle norme, tensione tra regolamentazione e innovazione, impatto ambientale e protezione dei dati personali. Per affrontarle, la Commissione ha avviato consultazioni pubbliche su cloud, AI e strategia dei dati, con l’obiettivo di definire politiche inclusive ed efficaci.
Il Piano d’azione europeo ambisce a modellare un futuro digitale equo e sostenibile, ma la sua efficacia dipenderà dall’equilibrio tra rigore etico, innovazione e competitività.
Approfondimento – Cronologia e fonti
- AI Act approvato nel 2024
- Summit AI di Parigi, febbraio 2025 – annuncio InvestAI
- Eurostat – adozione IA nelle imprese UE
- Consultazioni pubbliche sul Cloud and AI Development Act
Consigli di approfondimento
Abstract – Pro e rischi del Piano UE per l’IA
Pro: promozione di sovranità digitale, etica, sviluppo sostenibile, competitività globale e formazione avanzata.
Rischi: frammentazione normativa, ostacoli alla condivisione dei dati, rischio di rallentamento dell’innovazione, elevati consumi energetici.
Conseguenze future: l’UE potrebbe diventare un modello di riferimento globale, ma la sua influenza dipenderà dalla capacità di attuare efficacemente una strategia comune e adattabile.
