In Cina è iniziata ufficialmente l’era della produzione di massa dei robot umanoidi. A guidare il cambiamento è AgiBot, startup di Shanghai che ha già prodotto oltre 1.500 unità in meno di un anno, con l’obiettivo di raggiungere quota 10.000 entro il 2025. Un segnale della crescente integrazione tra intelligenza artificiale incarnata e manifattura.
Nel distretto di Lin-gang, prima zona industriale dedicata a questa tecnologia, i robot vengono addestrati per svolgere compiti quotidiani in ambienti simulati. Questo segmento industriale, secondo le previsioni della China Academy of ICT, supererà i 100 miliardi di yuan entro il 2030, mentre Goldman Sachs stima che il mercato globale raggiungerà i 154 miliardi di dollari entro il 2035.
Il coinvolgimento del settore automotive è decisivo: 15 case automobilistiche cinesi e sei internazionali, tra cui Tesla, Honda e BMW, stanno investendo nei robot umanoidi. Le sinergie con tecnologie già sviluppate per i veicoli intelligenti – come sensori, interazione uomo-macchina e pianificazione del percorso – permettono economie di scala e accelerano l’industrializzazione.
Tuttavia, le sfide restano. I robot umanoidi si trovano a un livello di autonomia paragonabile a quello delle auto con guida assistita (livello 2). Gli ostacoli tecnici, i costi elevati e l’adattabilità a scenari complessi frenano ancora l’applicazione diffusa.
Per superare queste barriere, AgiBot ha sviluppato GO-1, un modello linguistico che consente ai robot di apprendere compiti complessi da dati video e dimostrazioni umane. L’obiettivo è ridurre il gap tra automazione rigida e flessibilità umana, con applicazioni iniziali nella logistica e nella produzione.
Cronologia e fonti
- Government Work Report 2025 – Cina
- China Academy of Information and Communications Technology
- Goldman Sachs Research – Humanoid Robotics Outlook
Consigli di approfondimento
- Chinadailyasia
- Boston Dynamics – Atlas Project
- Tesla Optimus
- UBTech Robotics
Abstract – Pro e rischi
La robotica umanoide, trainata dall’AI e dall’industria automobilistica, offre opportunità di automazione avanzata, ma solleva interrogativi etici e sociali: perdita di lavoro umano, sicurezza nei contesti domestici, sorveglianza e responsabilità. Una transizione rapida senza governance adeguata rischia di accentuare disuguaglianze e causare disoccupazione tecnologica.
