Google presenta Veo 2, il suo modello AI per video che ora consente regia automatica, rimozione oggetti e stile cinematografico.
Il nuovo aggiornamento di Google Veo 2, presentato durante l’evento Google Cloud Next 2025, segna un salto tecnologico nell’ambito della generazione video tramite intelligenza artificiale. Il modello non solo migliora la qualità delle animazioni, ma introduce la possibilità di indirizzare i movimenti della telecamera via prompt testuali, oltre a rimuovere automaticamente oggetti indesiderati, espandere l’inquadratura e applicare preset visivi cinematografici, rendendo l’intero processo creativo sempre più simile a un set virtuale.
Secondo quanto dichiarato da Google DeepMind, Veo 2 sfrutta modelli transformer avanzati con addestramento su video in 1080p fino a un minuto di durata, mantenendo coerenza temporale e spaziale. La novità principale è la funzione di camera directing, che consente agli utenti di scrivere comandi come “zoom lento su un volto emozionato” o “panoramica verso il tramonto”, generando automaticamente i movimenti della camera.
La funzione di object removal, invece, elimina elementi superflui senza necessità di editing manuale, mentre la video outpainting permette di estendere una scena oltre i bordi originali. L’integrazione di stili visivi cinematografici predefiniti, come pellicola vintage o atmosfera thriller, aggiunge una dimensione creativa immediata, utile per creatori digitali e registi.
Approfondimento storico:
- Google DeepMind annuncia Veo (2024)
- Lo stato della video AI generativa – MIT Technology Review (2024)
- Text-to-video: evoluzione e rischi – Stanford HAI
Consigli di approfondimento:
- “AI Film-Making Tools 2025”, Ars Technica
- “Come l’AI riscrive il linguaggio del cinema”, Wired Italia
Abstract – Pro e rischi etico-sociali:
Veo 2 apre nuove possibilità nella produzione audiovisiva, democratizzando la regia e il montaggio. I vantaggi includono l’accesso creativo senza competenze tecniche, la velocità produttiva e l’abbattimento dei costi. Tuttavia, emergono rischi etici legati alla manipolazione realistica di video (deepfake), all’erosione del ruolo umano nel cinema e alla possibile diffusione di contenuti ingannevoli. È essenziale implementare linee guida per trasparenza e tracciabilità nei contenuti generati.







