Google DeepMind collabora con la startup Commonwealth Fusion Systems per ottimizzare il reattore a fusione Sparc, puntando su simulazioni al plasma e intelligenza artificiale.
Google DeepMind ha avviato una collaborazione strategica con Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-off del MIT che sta sviluppando il reattore sperimentale Sparc. L’obiettivo è chiaro: utilizzare l’intelligenza artificiale per simulare e migliorare il comportamento del plasma, cuore delle reazioni di fusione.
Il software Torax, sviluppato da DeepMind, sarà abbinato a modelli di machine learning avanzati per individuare i “percorsi più efficienti” nella gestione del plasma e aumentare la probabilità che Sparc raggiunga l’ambizioso traguardo: generare più energia di quanta ne consumi, entro il 2026.
La fusione nucleare rappresenta da decenni la promessa di un’energia illimitata e a zero emissioni, ricavata da acqua e isotopi dell’idrogeno. Ma il principale ostacolo rimane la stabilità del plasma, che senza la massa e la gravità di una stella tende a spegnersi. CFS utilizza magneti superconduttori per contenerlo, ma la complessità del controllo supera le capacità umane. Qui entra in gioco l’IA, capace di reagire in tempo reale a variabili imprevedibili.
Il legame tra big tech e startup della fusione non è casuale. Data center e modelli di intelligenza artificiale consumano quantità crescenti di elettricità: investire in fusione significa garantirsi energia pulita e stabile per il futuro. Non a caso Google ha partecipato al round da 863 milioni di dollari di CFS e ha già siglato un accordo per acquistare 200 megawatt dalla sua futura centrale Arc in Virginia.
Cronologia e approfondimenti
- 2021 – MIT e CFS testano con successo un magnete superconduttore ad alta temperatura, aprendo la strada a Sparc. MIT News
- 2023 – Google e TAE Technologies sperimentano l’IA per lo studio del plasma. TAE Technologies
- 2025 – Google e Nvidia investono quasi 1 miliardo di dollari in CFS. CFS Official
🔎 Consigli di lettura:
Abstract etico-sociale
L’uso dell’IA nella fusione nucleare offre prospettive straordinarie: energia pulita, riduzione delle emissioni, indipendenza dalle fonti fossili. Ma emergono rischi: concentrazione del controllo energetico nelle mani di poche big tech, possibili dipendenze geopolitiche e timori di una “colonizzazione digitale” delle infrastrutture strategiche. Nel lungo termine, la convergenza tra IA ed energia potrebbe ridisegnare gli equilibri industriali e sociali, generando opportunità di sostenibilità ma anche nuove asimmetrie di potere.







