Un chatbot basato su GPT-4 può sembrare più empatico di un insegnante in carne e ossa? Una ricerca europea condotta da ETH Zurich, EPGL e Università Bocconi solleva una questione cruciale per il futuro dell’istruzione. Lo studio, firmato anche da Dirk Hovy, docente Bocconi, ha confrontato le risposte di insegnanti reali e del tutor digitale MwpTutor in 210 dialoghi di matematica elementare.
Il risultato ha sorpreso gli stessi ricercatori: nel 80% dei casi l’AI è stata percepita come più empatica, paziente e chiara rispetto agli insegnanti umani. La valutazione, effettuata da 35 docenti esperti, ha premiato il chatbot in termini di coinvolgimento, capacità di guida e concisione.
Secondo Hovy, l’esperimento non mirava a sostituire i docenti, ma a esplorare come i modelli linguistici possano supportare la didattica, adattandosi alle diverse personalità degli studenti. Tuttavia, lo stesso ricercatore avverte: l’empatia mostrata da un algoritmo è solo un’illusione, priva di reale comprensione del contesto umano.
Il rischio pedagogico è evidente: gli studenti potrebbero preferire la pazienza infinita del chatbot ai limiti naturali dei docenti. Una sfida che impone nuove strategie: integrare l’AI come strumento di supporto, senza rinunciare al ruolo critico e umano degli insegnanti, capaci di dire “no”, fornire controesempi e guidare alla valutazione delle fonti.
Il futuro della scuola, dunque, non sarà una competizione tra uomini e algoritmi, ma una coesistenza. L’AI può alleggerire il carico degli insegnanti e offrire tutoraggi personalizzati, ma l’incontro umano resta insostituibile. “L’AI simula l’empatia, ma non potrà mai comprenderla davvero”, conclude Hovy. “Il compito più bello dell’insegnante resta quello di capire lo studente nella sua unicità”.
📌 Approfondimento e cronologia
- Pandemia e boom della didattica online → hanno mostrato i limiti dell’apprendimento senza interazione.
- Studi UNESCO (2023) → avvertono sui rischi di disuguaglianze se l’AI resta accessibile solo a pochi
- Rapporto OCSE 2024 → evidenzia il potenziale dell’AI per personalizzare l’apprendimento, ma chiede linee guida etiche
- AI Act UE (2025) → introduce norme per l’uso sicuro dell’AI in settori ad alto rischio come la scuola
📌 Consigli di approfondimento
- UNESCO – Intelligenza artificiale e futuro dell’educazione
- OCSE – AI e didattica personalizzata
- Commissione Europea – AI Act e istruzione
📌 Abstract
Lo studio dimostra che i chatbot possono essere percepiti come più empatici degli insegnanti, grazie a coerenza e pazienza simulata. Pro: supporto didattico, accesso equo a tutoraggio personalizzato, riduzione del carico per i docenti. Rischi: illusione di empatia, dipendenza degli studenti, perdita del valore critico e umano dell’insegnamento. Le conseguenze future dipenderanno da un equilibrio tra tecnologia e presenza docente, con attenzione a etica, sicurezza e inclusione.







