Negli ultimi mesi, diversi colossi dell’informazione hanno deciso di bloccare l’accesso dei bot di Apple all’utilizzo dei loro contenuti per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale. Tra i nomi più noti che hanno preso questa decisione figurano il New York Times, Facebook, Instagram e molte altre piattaforme di rilievo.
Apple ha introdotto uno strumento chiamato “Applebot-Extended”, che consente ai proprietari di siti web di impedire che i loro dati vengano utilizzati per l’addestramento dell’AI di Apple. Tuttavia, non impedisce completamente ai bot di scansionare i contenuti per altri scopi, come il miglioramento dei prodotti di ricerca come Siri e Spotlight.
Questo cambio di rotta, adottato da molti editori, rappresenta una svolta significativa nel dibattito su come le grandi aziende tech utilizzano i dati raccolti da internet per addestrare i loro modelli AI. Con l’emergere di questi strumenti, il file robots.txt, un semplice documento usato da anni per gestire l’accesso ai bot, è diventato una nuova arena di scontro tra protezione dei diritti d’autore e sviluppo tecnologico. La lotta tra editori e grandi aziende tech sembra destinata a continuare, con potenziali accordi commerciali all’orizzonte.